Dopo poco più di un mese dall'approvazione dell'AI Act in sede europea, l'Italia si prepara ad accogliere l'era dell'intelligenza artificiale con un nuovo disegno di legge. Il testo traccia le linee guida per l'utilizzo dell'IA in vari ambiti, dall'economia alla sicurezza digitale, mettendo al centro la protezione dei cittadini e dei valori democratici.
In questo articolo, a cura dell’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano, esamineremo le linee guida della bozza del provvedimento sull'Intelligenza Artificiale.
Al via il disegno di legge sull’intelligenza artificiale
Su proposta del Presidente Giorgia Meloni e del Ministro della giustizia Carlo Nordio, il Consiglio dei Ministri ha approvato in data martedì 23 aprile 2024 “un disegno di legge per l’introduzione di disposizioni e la delega al Governo in materia di intelligenza artificiale”. Con tale provvedimento, il governo italiano si propone di armonizzare la legislazione nazionale europea entro dodici mesi dall’approvazione dell’AI Act.
L'Italia è dunque in prima linea nell'adozione responsabile dell'AI. Come affermato da Alessio Butti, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega all’Innovazione, "Desideriamo riconfermare come quello italiano sia il primo governo che, subito dopo l'approvazione dell'AI Act, legifera in materia di intelligenza artificiale, peraltro con uno strumento che è il disegno di legge e non il decreto legge, ancorché molti avessero ravvisato i requisiti di necessità e urgenza per trattare un tema così delicato, proprio perché il presidente del Consiglio desidera che vi sia un confronto serrato a livello parlamentare". Come evidenziato dallo stesso Butti, inoltre, tale disegno di legge è un provvedimento atteso anche dagli altri Paesi del G7.
Attraverso la nuova bozza, composta da 26 articoli, l’obiettivo è quello di promuovere il pieno sfruttamento delle potenzialità dell’intelligenza artificiale mediante un utilizzo più responsabile, senza compromettere la sicurezza e i diritti individuali.
Come si legge nel comunicato stampa del Consiglio dei Ministri:
“Il disegno di legge individua criteri regolatori capaci di riequilibrare il rapporto tra le opportunità che offrono le nuove tecnologie e i rischi legati al loro uso improprio, al loro sottoutilizzo o al loro impiego dannoso. Inoltre, introduce norme di principio e disposizioni di settore che, da un lato, promuovano l’utilizzo delle nuove tecnologie per il miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini e della coesione sociale e, dall’altro, forniscano soluzioni per la gestione del rischio fondate su una visione antropocentrica.”
Si legge in seguito sempre nel comunicato di Palazzo Chigi:
“In quest’ottica, il disegno di legge non si sovrappone al Regolamento europeo sull’intelligenza artificiale approvato lo scorso 13 marzo dal Parlamento Europeo, di prossima emanazione, ma ne accompagna il quadro regolatorio in quegli spazi propri del diritto interno, tenuto conto che il regolamento è impostato su un’architettura di rischi connessi all’uso della intelligenza artificiale (IA).”
Proprio sui rischi era intervenuto anche il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, affermando che “L’AI concettualmente non porta nulla di nuovo rispetto alla disinformazione dei regimi totalitari, ma può aumentare a dismisura il potenziale offensivo, influendo sul processo di manifestazione della libertà democratica. Il tema della proporzione dei controlli è quindi centrale”.
Le linee guida del disegno di legge sull’intelligenza artificiale
Come si legge ancora nel comunicato stampa del Consiglio dei Ministri, il testo del disegno di legge prevede che “il ciclo di vita dei sistemi e dei modelli di intelligenza artificiale debba basarsi sul rispetto dei diritti fondamentali e delle libertà dell’ordinamento italiano ed europeo oltre che sui principi di trasparenza, proporzionalità, sicurezza, valorizzazione anche economica del dato, protezione dei dati personali, riservatezza, robustezza, accuratezza, non discriminazione, parità dei sessi e sostenibilità”.
Gli ambiti di intervento del disegno di legge riguardano:
Sanità e disabilità
Il ddl stabilisce che in caso di utilizzo dell’intelligenza artificiale in ambito sanitario sarà obbligatorio informare i cittadini sull’utilizzo della tecnologia. Inoltre, sono dichiarati di interesse pubblico le ricerche e le sperimentazioni dei sistemi di AI in ambito sanitario eseguite. L’Artificial Intelligence, supporterà inoltre la cura e l’assistenza territoriale.
Lavoro
Secondo il disegno di legge l’AI può essere impiegata per migliorare le condizioni di lavoro, purché si rispetti il principio di equità e non discriminazione. È inoltre prevista l’istituzione di un Osservatorio sull’adozione dell’AI. Infine, per quanto riguarda le professioni intellettuali, “il pensiero critico umano debba sempre risultare prevalente rispetto all’uso degli strumenti di intelligenza artificiale”.
Pubblica Amministrazione
Con il ddl si prevede di regolare l’impiego dell’IA all’interno delle PA, garantendo l’efficienza amministrativa rispettando i principi di autodeterminazione e responsabilità umana.
Attività giudiziaria
Si stabilisce che l’intelligenza artificiale può essere uno strumento di supporto all’interno dell’amministrazione della giustizia. Spetta al magistrato “la decisione sull’interpretazione della legge, la valutazione dei fatti e delle prove e sull’adozione di ogni provvedimento inclusa la sentenza.”
Sul tema è intervenuto anche il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, affermando in conferenza stampa al termine del Cdm quanto segue:
“Ci troviamo di fronte a una vera evoluzione di cui non conosciamo gli esiti. Sappiamo che la tecnologia avanza più velocemente della legge ma noi cerchiamo di prevenirne le conseguenze. La tecnologia, come la IA non è né buona nè cattiva, è neutrale. Lo dico perché si è diffuso il pensiero che l’IA possa sostituire un domani l’attività giurisdizionale. Un primo intervento è quello dell’articolo 14: Sistemi di IA sono usati esclusivamente per l’organizzazione e la semplificazione del lavoro giudiziario e la ricerca giurisprudenziale dottrinale. È sempre riservata al magistrato la decisione sull’interpretazione della legge, sulla valutazione dei fatti e delle prove e sull’adozione di ogni provvedimento. Cerchiamo di coglierne l’opportunità ma senza condizionare il magistrato”.
Cybersicurezza nazionale
L’Agenzia per la cybersicurezza nazionale promuove l’IA quale strumento per rafforzare la cybersicurezza nazionale.
Strategia nazionale, autorità nazionali e azioni di promozione
Nella bozza si prevede l’introduzione della Strategia nazionale per l’AI, i cui risultati verranno riportati alle camere ogni anno. Sono inoltre introdotte le Autorità nazionali per l’intelligenza artificiale, quali l'Agenzia per l'Italia digitale (AgID) e l'Agenzia per la cybersicurezza nazionale (ACN). Queste assumeranno quindi un ruolo fondamentale nel garantire il rispetto delle normative e nell'istituire spazi di sperimentazione per promuovere l'innovazione.
Sono previste anche misure a sostegno dei giovani, in particolare per l’acquisizione di nuove competenze in materia di utilizzo dell’AI negli istituti di scuola superiore.
Nel complesso, nel settore dell’intelligenza artificiale, ma anche in quello della cybersicurezza e del quantum computing delle telecomunicazioni e delle tecnologie per queste abilitanti, è previsto l’investimento complessivo di 1 miliardo di euro. A questo si aggiungono ulteriori investimenti provenienti da fondi di CDP Venture Capital.
Tutela degli utenti e in materia di diritto d’autore
Con il disegno di legge sull’AI si mira anche a “favorire l’identificazione e il riconoscimento dei sistemi di intelligenza artificiale nella creazione di contenuti testuali, fotografici, audiovisivi e radiofonici”. Allo stesso tempo, ci si propone di tutelare il diritto d’autore per quanto riguarda le opere generate con l’aiuto dell’Intelligenza artificiale.
Disciplina penale
Infine, per quanto riguarda l’ambito penale, è previsto un aumento della pena per i reati commessi con gli strumenti di AI, con un’ulteriore aggravante per l’alterazione dei risultati riguardanti competizioni elettorali.
Si legge inoltre nel comunicato che si prevede una pena detentiva che va da uno a cinque anni per coloro che causano danni ad altri attraverso l'utilizzo di contenuti manipolati con l'IA, inducendo in inganno sulla veridicità dei contenuti.
A tal proposito, il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha affermato sempre nella conferenza stampa al termine del Cdm che "Chi diffonde senza il consenso video o immagini alterate con la IA, cagionando un danno ingiusto, è punito con la reclusione da 1 a 5 anni". Il ministro ha poi aggiunto che “L’aspetto penale può essere devastante perchè può creare una realtà che non è più virtuale ma reale, può dare una rappresentazione di una persona realistica, non vignettistica o come fotomontaggio. Si può creare un mondo reale ancorché virtuale. Allora per questo interviene la norma penale”.
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- Autore
Ricercatrice dell'Osservatorio Artificial intelligence e dell'Osservatorio Cloud Transformation
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