Il ruolo del Design Thinking nello sviluppo di tecnologie digitali emergenti

17 gennaio 2018 / Di Claudio Dell'Era / 0 Comments

Quando si parla di Design Thinking è ormai chiaro che ci si riferisca ad un approccio creativo alla risoluzione di problemi. Da questa consapevolezza, tuttavia, nasce una delle domande e sfide principali che il Design Thinking sta affrontando in questi ultimi anni: quale è il confine dei problemi che il Design Thinking può affrontare e risolvere? 

Proprio a partire da ciò, molti ricercatori e manager si chiedono quali siano le potenzialità di tale metodologia nel campo delle tecnologie emergenti. Analizzando quindi l’unità organizzativa tradizionalmente preposta a questo compito, l’R&D (centro Ricerche e Sviluppo), è evidente come il Design Thinking venga largamente usato per fasi di sviluppo, attraverso l’uso di tool come brainstormingmind-mapping, mentre poco è noto sul ruolo che esso possa avere nella fase di ricerca e esplorazione di nuove opportunità tecnologiche. Ultimamente sta però emergendo un crescente interesse tra gli esperti del settore su come questo approccio possa invece aiutare lo sviluppo di nuove tecnologie emergenti. Ecco quindi tre differenti realtà di come il Design thinking sta aiutando e supportando la fase di ricerca ed esplorazione tecnologica.

Un primo esempio di come tale approccio possa aiutare lo sviluppo e la ricerca in ambito tecnologico è quello che viene definito data-driven Design Thinking. Con tale termine si intende la possibilità di ricercare nel comportamento degli utenti online trend di interazione e comportamento al fine di studiare e comprendere possibili nuove interfacce. Il ruolo del Design Thinking in questo ambito è duplice. Dapprima è infatti fondamentale nella raccolta di questi dati. Proprio in questa ottica metodi tipici del Design Thinking come la journey map giocano un ruolo chiave. Infatti, immaginando e progettando la navigazione dell’utente online in modo anticipato, questo tool permette la comprensione di quali momenti vadano monitorati e considerati. In secondo luogo esso è utile nello sfruttare ed utilizzare tali dati. Proprio in questa direzione l’annuncio dell’acquisizione di Datascope da parte di IDEO dello scorso ottobre è fondamentale. Infatti può risultare strano che una design agency acquisisca una società di web analytics. Se però pensiamo al ruolo che i dati hanno oggi giorno nella nostra vita, questo non è più sorprendente. Basta fermarsi a pensare al numero di App che abbiamo sul nostro smartphone o al numero di foto che scattiamo ogni giorno per comprendere che una progettazione in ottica utente della gestione di questa mole di dati possa solo portare benefici. 

Una seconda evidenza di come il Design Thinking possa supportare la ricerca inerente alle nuove tecnologie emerge da alcuni recenti articoli che spiegano come esercizi di Design Thinking aiutano ad immaginare nuove opportunità per le tecnologie emergenti. Il Design Thinking in questo ambito può portare ad un ampliamento dei confini della ricerca tradizionale del R&D. Supportando il processo di immaginazione dell’utente circa quello che vorrebbe che la tecnologia facesse permette l’aggiunta di nuove funzionalità.  Proprio in quest’ottica Google nel corso del 2017 ha chiesto ad IDEO di aiutarla a capire quale potesse essere il futuro di alcune tecnologie emergenti tra le quali a realtà aumentata. Per far questo, invece di fare delle normali interviste o interfacciarsi con esperti del settore, adottando un approccio Design Thinking, hanno realizzato dei prototipi che simulassero l’interazione con un visore di realtà aumentata. In particolare i ricercatori si sono confrontati con persone comuni dando loro una sagoma dello schermo di un visore in materiale plastico e hanno chiesto alle persone di posizionarla sopra alcuni pannelli contenti diverse foto e di disegnare sullo schermo cosa si aspettavano di vedere attraverso di esso in quella circostanza. Questo ha permesso agli utenti di disegnare e dare forma ai propri pensieri, mostrando quello che veramente volevano da questa tecnologia emergente. 

Da ultimo, il Design thinking può avere un ruolo chiave anche nel progettare vere e proprie nuove tecnologie. Questo è quello che sta accadendo nel mondo dell’intelligenza artificiale. Il potere di questa tecnologia è legato al fatto che possa sembrare umana e che possa aiutare, anticipare e risolvere i problemi che l’utente incontra. Proprio in questa direzione le principali aziende tecnologiche che stanno sviluppando questa tecnologia stanno mostrando interesse verso lo storytelling. E il Design Thinking ha fondato il suo credo proprio su questo aspetto di empatia e di creazione di una narrazione. Il trasferimento di questi elementi a mondi altamente tecnologici come quelli delle assistenti virtuali quali Watson di IBM o Siri di Apple può far si che nel futuro esse vengano sempre più utilizzate. Infatti, questa tecnologia si basa sul riconoscimento vocale e sull’analisi di immagini ed è in grado di processarle al fine di ritornare informazioni utili all’utente. Se questo dialogo non viene studiato tramite una prospettiva umana è difficile che tale tecnologia possa veramente emergere e consolidarsi. Proprio in questa ultima analisi, il Design Thinking può giocare un ruolo chiave basandosi interamente su la centralità dello utente durante queste interazioni. 

In conclusione, quello che emerge è un ruolo sempre maggiore del Design Thinking in attività di ricerca e non solo di sviluppo. Proprio per questo considerare i processi e le metodologie di Design Thinking può aiutare le aziende ad alto contenuto tecnologico. Esso, infatti, permette di sviluppare meglio la raccolta e l’utilizzo di big-data, identificare nuove promettenti opportunità per tecnologie emergenti e contaminare lo sviluppo della tecnologia stessa rendendola sempre più umana.


Stefano Magistretti e Claudio Dell’Era, Osservatorio Design Thinking for Business

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  • Autore

Professore Associato presso la School of Management del Politecnico di Milano e co-fondatore di LEADIN'Lab, Laboratorio di LEAdership, Design and Innovation. Gli interessi di ricerca di Claudio Dell'Era si concentrano sui temi Design Thinking e Design-Driven Innovation. Ha pubblicato più di 50 articoli scientifici in riviste internazionali come Journal of Product Innovation Management, Long Range Planning, R&D Management, International Journal of Operations & Production Management, Industry & Innovation, International Journal of Innovation Management.