Il “cinepanettone” che non è più “cine”

17 dicembre 2018 / Di Andrea Lamperti / 0 Comments

La guerra al botteghino, tipica del periodo natalizio e solitamente associata ai film “cinepanettone”, non c’è più. O almeno, sembra essersi spostata altrove, e più precisamente sulle piattaforme online. Non tanto a suon di singoli titoli e film in uscita a Natale, ma a colpi di cataloghi e finestre di distribuzione.

 

I grandi player vanno... al cinema

Negli ultimi mesi, infatti, non solo i diversi player stanno cercando sempre di più di integrare le proprie offerte per raggiunge la più vasta platea possibile (gli accordi di Netflix con Sky e di Amazon Prime Video con Tim vanno proprio in questa direzione), ma impongono nuove regole anche nei confronti dell’intero sistema cinematografico. Netflix, in particolare, distribuisce direttamente i film che produce e in determinati Paesi non accetta di far uscire le sue pellicole nei cinema se questo significa un ritardo nella distribuzione digitale (in Francia ad esempio un film può essere distribuito online solo 3 anni dopo l’uscita nelle sale). Anche in Italia, il film “Sulla mia pelle”, distribuito da Netflix, non ha rispettato per la prima volta le finestre di distribuzione, che prevedono un ritardo tra uscita al cinema e visione su altri canali pari ad almeno 105 giorni.

Tutto questo fa capire che l’intero settore Media sta virando al digitale: non più solo il settore pubblicitario (Internet è responsabile in Italia di oltre un terzo degli investimenti in advertising), ma anche la distribuzione dei contenuti sta sempre più subendo l’egemonia di questi colossi internazionali. Nonostante il mercato complessivo in Italia di queste piattaforme di contenuti online sia ancora piccolo (qualche centinaio di milioni contro alcuni miliardi raccolti dalle PayTv), la strada sembra tracciata.

  • Autore

Direttore dell’Osservatorio Internet Media - Ricercatore presso gli Osservatori Digital Innovation dal 2011.