Superbonus: quali opportunità ha aperto per il mercato del Supply Chain Finance?

06 novembre 2020 / Di Alessio Ronchini / 0 Comments

Il Decreto Rilancio del 19 maggio 2020 ha introdotto un’agevolazione chiamata “Superbonus”, che si aggiunge a quelle di Sisma ed Ecobonus. Cosa c’entra tutto questo con il mondo del Supply Chain Finance? E perché è utile analizzarlo quasi 5 mesi dopo la sua introduzione? Facciamo un passo indietro.

 

Come funziona il Superbonus

Prima di tutto: cosa è il Superbonus? È un’agevolazione, appunto, che prevede la detrazione fino al 110% per le spese sostenute ai fini di interventi in ambito di efficienza energetica, di interventi antisismici, per installazione di impianti fotovoltaici o per infrastrutture di ricarica di veicoli elettrici negli stabili.

L’aspetto interessante introdotto nel decreto sopra citato è la possibilità di convertire la fruizione della detrazione in un contributo anticipato sotto forma di sconto dai fornitori, oppure di cedere il credito corrispondente all’agevolazione. Nel primo caso, i fornitori otterranno poi l’equivalente del contributo che potranno utilizzare come credito d’imposta. Una strada che presenta criticità - dato che i fornitori si potrebbero trovare in difficoltà per mancanza di liquidità - ma anche opportunità, in quanto i soggetti che ricevono il credito hanno, a loro volta, la facoltà di cessione.

 

Un mercato digitale per il Superbonus

Nasce da qui l’idea della creazione di un nuovo mercato che molti player considerano fruttuoso: a fine settembre 2020, Crif, Workinvoice e PwC hanno annunciato una collaborazione volta allo sviluppo di una piattaforma dedicata all’acquisto/rivendita di crediti fiscali. Il marketplace, infatti, mira alla creazione di un mercato secondario in cui si possono cedere ed acquistare i crediti legati a Superbonus, Sismabonus ed Ecobonus, secondo quanto previsto dal Decreto Rilancio. Anche altri grandi player si sono mossi: Poste Italiane ha lanciato il nuovo servizio di cessione crediti legati ai vari bonus, e così ha fatto anche Fineco.

Molti degli attori appena citati sono parte integrante di quell’ecosistema del Supply Chain Finance che più volte abbiamo visto collaborare per sviluppare nuove soluzioni. Provider di servizi finanziari, fintech companies, provider di informazione e società di consulenza stanno generando valore da un nuovo mercato (quello legato ai bonus) che stavano puntando da tempo, ma che ha visto la luce solo mesi dopo l’emanazione del Decreto.

 

Dal Superbonus nuove opportunità per il Supply Chain Finance

Ne emerge dunque un quadro interessante:

  • I provider di soluzioni di Supply Chain Finance e gli attori che ruotano attorno ad essi stanno collaborando di nuovo per esplorare nuove frontiere: il concetto di Supply Chain Finance sta evolvendo ancora una volta, sicuramente abilitato dalle nuove regolamentazioni, ma anche spinto dalla necessità di fornire nuovi strumenti e dalla digitalizzazione che abbiamo visto accelerare durante questa crisi.
  • Le imprese fornitrici del settore edile possono e devono usare questo strumento per ottemperare alle difficoltà finanziarie che da sempre caratterizzano questo settore. Il Superbonus e la possibilità di cessione del credito sono una valida possibilità per ottenere liquidità e attutire i dissesti economici-finanziari causati dal Covid, nonché una buona opportunità per aumentare la domanda di un settore, che come quasi tutti, attraversa un periodo di profonda crisi.
  • Al vaglio, ci sono ancora altre direzioni da prendere: questa soluzione potrebbe essere estesa ai crediti fiscali non direttamente legati ai vari Super-, Sisma- ed Eco-Bonus. Abbiamo visto nell’ultimo periodo operazioni corpose di cessione di crediti fiscali (vedi l’esempio Dolce&Gabbana e Banco Bpm) che prevedevano una partnership stretta one-to-one. Ampliare i confini e introdurre anche queste voci di credito all’interno di un open-market, come quello creato da Workinvoice, può sicuramente far gola alle imprese, che possono usare questo strumento come sostegno alternativo per soddisfare il proprio bisogno di liquidità, ma anche agli investitori, che scommetterebbero in operazioni caratterizzate da bassi rischi.

Ancora una volta sembra che si possa parlare di una soluzione win-win, e di questi tempi, avere un’alternativa in più a disposizione, può davvero fare la differenza!

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