Stop al contante: la strada urgente dei pagamenti digitali

25 settembre 2019 / Di Valeria Portale / 0 Comments

In questi giorni si parla molto di incentivazione ai pagamenti elettronici e tassazione del contante grazie a una proposta di Confindustria al Governo italiano.

Da tempo con l’Osservatorio Innovative Payments studiamo il tema dei pagamenti elettronici e già tre  anni fa avevamo sviluppato una proposta volta alla loro incentivazione, con l’obiettivo di recuperare il mancato gettito di circa 24 miliardi di euro all’anno legato prevalentemente ai pagamenti in contante.

Ci sembrava, e ci sembra ancora, un tema irrimandabile.

Quello che manca oggi è un piano strategico completo volto alla lotta all’evasione e alla promozione dei servizi elettronici e digitali di pagamento. Un sistema che sia in grado di modernizzare il nostro Paese, facendo in primis leva sul cambiamento culturale che deve coinvolgere esercenti e consumatori.

Sembra quanto mai urgente intraprendere azioni concrete che possano spingere i pagamenti elettronici per colmare il ritardo accumulato rispetto agli altri paesi europei. Un ritardo sempre più accentuato, come dimostrano gli ultimi dati pubblicati dalla Banca Centrale Europea. 

 

Alcuni dati sui pagamenti digitali

Vediamo insieme qualche dato: nel 2018 le carte sono state utilizzate per effettuare poco più di 55 miliardi di pagamenti in Europa (+13%), per un totale di circa 2,2 trilioni di euro di spesa. Il report della BCE, che è da quest’anno orfano della Gran Bretagna, a causa della imminente Brexit, vede salire la Francia (oltre 13 miliardi di pagamenti) in prima posizione per numero di pagamenti con carta, posizione finora detenuta appunto dal Regno Unito, seguita da Germania (5,3 miliardi) e dal terzetto Olanda-Polonia-Spagna (4,7miliardi).

Tra i Paesi più sviluppati in termini di pagamenti digitali troviamo, anche quest’anno, gli scandinavi dell’Unione: Danimarca, Svezia e Finlandia. In questi, oltre ad essere molto in auge alcuni servizi di Mobile Payment locali come Swish e MobilePay, la carta è utilizzata quotidianamente, con un numero di transazioni annuali pro-capite che si aggira intorno ai 350 con una crescita rispetto al 2017 del “solo” 4%, che dimostra come i pagamenti digitali siano ormai diventati pervasivi nella vita delle persone.

 

I pagamenti digitali in Italia rispetto alla media europea

Dai dati della BCE risulta invece evidente come gli italiani non utilizzino ancora questo strumento di pagamento al livello delle proprie controparti europee, nonostante l’Italia, insieme alla Grecia, abbia la più alta diffusione di terminali POS (circa 52 mila per milione di abitanti). Il nostro Paese, infatti, seppur con una crescita dei pagamenti con carta pro-capite del 16% rispetto al 2017, risulta ancora uno dei fanalini di coda tra i 27 paesi dell’Unione Europea: si parla di circa 65 pagamenti all’anno a testa, che ci valgono solo il 23° posto (di 27), proprio come lo scorso anno. E la situazione non sembra migliorare se pensiamo che chi ci sta dietro viaggia a tutt’altra velocità: la Romania cresce del 39%, la Grecia del 27% e la Bulgaria del 26%. L’unica consolazione è quella di rimanere a braccetto della Germania, paese però che ha una grossa fetta di pagamenti effettuati direttamente da home banking e da bonifico, e nel quale il contante è comunque usato molto meno che in Italia

Oltre alla crescita impressionante dei Paesi che ricoprono le ultime posizioni di questa particolare classifica, bisogna sottolineare le prestazioni di Polonia, Lituania, Repubblica Ceca e Ungheria (rispettivamente all’12°, 13°, 14° e 18° posto), che stanno facendo registrare un aumento dell’utilizzo delle carte superiore al +20%.

 

Necessaria un'azione del Governo

I dati mostrano chiaramente che l’Italia si trova agli ultimi posti in termini di utilizzo dei pagamenti elettronici e rischia di perdere ulteriori posti nei prossimi anni. Per colmare il gap rispetto agli altri Paesi europei è necessaria un’azione decisa da parte del Governo. Tale azione deve avere 5 caratteristiche. Deve essere:

  • ampia (deve cioè coinvolgere un elevato numero di consumatori e/o esercenti);
  • efficace (capace di colmare il gap in breve tempo);
  • persistente (capace di cambiare le abitudini e la cultura anche nel momento in cui dovesse essere “spento” l’incentivo);
  • semplice (per accedere a incentivi o detrazioni consumatori ed esercenti devono poterlo fare senza una eccessiva burocratizzazione del processo);
  • positiva (sì agli incentivi, no agli obblighi).

In questa direzione vanno molteplici proposte che sono già state avanzate: dagli incentivi sullo spesa, alle detrazioni fiscali. La strada è lunga e piena di ostacoli. Ma è necessario iniziare a percorrerla in fretta.


Valeria Portale e Ivano Asaro - Osservatorio Innovative Payments

  • Autore

Direttore dell'Osservatorio Innovative Payments e dell'Osservatorio Blockchain & Web3 del Politecnico di Milano