Procurement pubblico: evoluzioni necessarie per imprese e PA

07 settembre 2017 / Di Luca Gastaldi / 0 Comments

Il Piano Triennale, l’istituzione dei soggetti aggregatori, la Finanziaria 2016 e il Codice dei contratti pubblici sono i quattro principali interventi istituzionali volti ad accelerare la trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione italiana, riqualificando la spesa pubblica in tecnologie digitali.

Sostanzialmente, con questi quattro interventi si cerca di ridurre le tante spese correnti improduttive della nostra PA per recuperare risorse da investire in alcuni progetti abilitanti, utili all’intero Paese e specificati nel Piano.

Il nuovo Codice dei contratti pubblici spinge verso un’evoluzione qualitativa di domanda e offerta di innovazione digitale, cercando di incentivare il più possibile le collaborazioni tra imprese e PA. Per concretizzare queste opportunità è necessario però che entrambi gli attori cambino il loro modo di operare e acquisiscano nuove competenze, in modo tale che questo nuovo modello di procurement pubblico non funzioni solo sulla carta, ma anche nella realtà.

Evoluzioni necessarie per le imprese

In passato, le imprese sono state spesso chiamate a rispondere a richieste pubbliche rigide e mal definite. L’aggiudicazione delle gare era quasi sempre basata sul criterio del massimo ribasso, determinando così una forte attenzione alla competitività economica piuttosto che all’innovazione e alla qualità della proposta. La poca precisione dei documenti di gara e l’assenza di controlli adeguati in fase esecutiva hanno poi determinato in diversi casi una bassa rispondenza tra quanto promesso in fase di aggiudicazione e quanto effettivamente prodotto. Tutto questo dovrebbe cambiare con il nuovo Codice, che chiede alle imprese:

  • Maggiore capacità innovativa: uno dei principali driver su cui si baseranno le aggiudicazioni delle gare;
  • Maggiore competitività: il passaggio a un sistema in cui l’aggiudicazione è basata sul miglior rapporto qualità/prezzo, la maggior qualificazione delle stazioni appaltanti e la definizione di progetti più completi ed efficaci richiederanno alle imprese di proporre offerte che rispondano con maggior qualità e minor prezzo alle esigenze della PA;
  • Maggiore attenzione alla fase esecutiva nel rispetto delle “promesse”: il nuovo codice prevede il rafforzamento dei controlli in fase esecutiva e la valorizzazione, attraverso il rating di impresa, dell’affidabilità dell’operatore economico.

Evoluzioni necessarie per le PA

Il nuovo codice prevede che anche le PA sviluppino nuove competenze, imparando a utilizzare in modo efficace ed efficiente le nuove procedure di acquisto messe a disposizione e a determinare gli elementi chiave per il successo delle iniziative. In particolare le PA devono garantire:

  • Maggiore qualificazione: il codice prevede l’introduzione di un sistema di qualificazione delle stazioni appaltanti;
  • Maggiore capacità di gestione e governo dei processi: il responsabile unico del procedimento deve essere un vero e proprio manager in grado di coordinare tutte le attività del processo
  • Capacità di esercizio corretto della discrezionalità: il nuovo quadro normativo valorizza l’elemento della discrezionalità amministrativa, ovvero la capacità delle stazioni appaltanti di comprendere gli obiettivi e i bisogni dell’amministrazione e identificare gli elementi che permettano di assolverli.

Luca Gastaldi e Deborah De Cesare, Osservatorio Agenda Digitale

  • Autore

Direttore dell’Osservatorio Agenda Digitale e dell’Osservatorio Design Thinking for Business, Ricercatore Senior l’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità e l’Osservatorio Smart Working.