Liquidità condivisa: come cambia lo scenario europeo del Gioco Online?

12 luglio 2017 / Di Samuele Fraternali / 0 Comments

Attesa entro giugno, è arrivata con qualche giorno di ritardo: giovedì 6 luglio è stata la posta la firma per l’avvio della liquidità condivisa per il Poker online. A sottoscrivere l’accordo sono state Italia, Spagna, Francia e Portogallo. La firma è avvenuta a Roma, dettaglio importante in quanto proprio l’autorità italiana è stata tra i principali promotori dell’iniziativa.

Ma che cos’è realmente la liquidità condivisa? Precisamente si intende la possibilità di poter unire giocatori di nazioni diverse su un’unica piattaforma di gioco. Al momento un giocatore italiano è autorizzato a giocare a Poker esclusivamente sui siti dei concessionari di gioco italiani; con la liquidità condivisa invece il giocatore italiano potrà sfidare su una piattaforma “.eu” utenti spagnoli, francesi e portoghesi.

Una novità che porterà senz’altro un impulso positivo all’ecosistema del Poker, in difficoltà dopo l’effetto moda del triennio 2008-2011 e rinvigorito solo ultimamente grazie all’introduzione dei tornei a montepremi variabile. Aprire alla liquidità condivisa infatti significa aumentare il numero di utenti presenti sulla piattaforma e di riflesso il capitale circolante, con il probabile effetto di aumentare il numero di tavoli di gioco e di tornei, nonché il valore totale dei montepremi in palio.

L’effetto dell’accordo non è però immediato, ci vorranno almeno 6 mesi prima che la liquidità condivisa diventi realtà. Nel frattempo le autorità firmatarie dovranno lavorare alla definizione di standard comuni e alla risoluzione degli aspetti tecnici/amministrativi per far sì che la liquidità condivisa sia una reale opportunità di estensione del mercato per tutti i concessionari di gioco e per garantire una corretta fruizione delle piattaforme.

La questione cruciale per l’applicazione della liquidità condivisa riguarda lo schema tassativo. I singoli Paesi infatti hanno una struttura normativa con proprie aliquote fiscali con la conseguenza di avere un impatto differente sui costi, e quindi sui margini, dei concessionari di gioco.

Con l’accordo sottoscritto, le diverse tassazioni inerenti al Poker rimarranno effettive generando alla base un problema di gestione delle vincite (payout) e delle commissioni (rake) per i giocatori.

Al fine di garantire equità nella redistribuzione dei margini degli operatori di gioco, concessionari e autorità stanno lavorando a un sistema per gestire efficacemente la rake. Una soluzione individuata è l’applicazione di una rake differente a seconda della nazionalità del giocatore. In questo modo l’effetto della differente imposizione fiscale per i concessionari di gioco verrebbe annullato e al giocatore verrebbe mantenuta la stessa commissione applicata nei confini nazionali. La soluzione potrebbe però essere temporanea, in quanto l’obiettivo reale è un’armonizzazione dello schema tassativo a livello comunitario.

Tecnicismi a parte, l’intesa è un avvenimento importante per il settore del gioco online: è il primo passo verso un mercato comunitario. Nel prossimo futuro l’accordo potrebbe essere esteso ad altri stati membri e/o potrebbe essere allargato ad altre tipologie di gioco P2P (ad esempio il Betting Exchange) o in cui è previsto un jackpot (ad esempio Casinò Games e Bingo), così come avvenuto in passato per il SuperEnalotto.

Samuele Fraternali e Marco Planzi, Direttori Osservatorio Gioco Online

  • Autore

Direttore dell’Osservatorio Digital Content e Senior Advisor dell'Osservatorio eCommerce B2c Netcomm