Nell’ultimo mese, le due digital currency più attese del 2020, Libra e TON, sono tornate a far parlare di loro.
Telegram ha ufficialmente annunciato il fallimento di TON in seguito alle pressioni della SEC. Libra ha pubblicato una seconda versione del white paper decisamente meno temeraria della prima e ha sottoposto alla FINMA, Autorità svizzera per il controllo dei mercati finanziari, la richiesta di licenza come nuovo sistema di pagamento.
Sembrerebbe quindi che, nella guerra con il regolatore, le Big Tech si stiano piegando al volere degli organi di vigilanza finanziaria, interrompendo o ridimensionando radicalmente i progetti già avviati. Ma facciamo un passo indietro.
Libra e la sfida alla Banche Centrali
Libra è un sistema basato su Blockchain per la gestione di monete digitali annunciato nel giugno del 2019 dalla Libra Association, associazione promossa da Facebook insieme ad altri attori, che secondo la roadmap iniziale, dovrebbe vedere la luce nella seconda parte del 2020.
Dal suo annuncio, Libra ha suscitato reazioni contrastanti: da un lato molti hanno celebrato l’iniziativa reputandola un’alternativa ai sistemi di pagamenti tradizionali; dall’altro alcuni, in particolare le banche centrali, hanno fortemente criticato l’iniziativa considerandola un’invasione di campo nelle loro attività. Questa situazione di forte opposizione ha suscitato molti dubbi sulla sua effettiva concretizzazione nei prossimi mesi, e molti partner di primo piano che avevano aderito al progetto si sono defilati. Ad ogni modo, Libra, costringendo le banche centrali a riflettere sulla possibilità di avere una moneta completamente digitale, le ha portate ad accelerare le riflessioni sulla possibilità di sviluppare delle “Central Bank Digital Currency” (CBDC).
Le novità di Libra 2.0
Dopo aver suscitato l’interesse e la preoccupazione delle banche centrali, Libra è andata incontro a forti critiche che l’hanno portata a dover rivedere completamente alcuni elementi strutturali di base. Di seguito riassumiamo alcune delle novità più interessanti emerse dal nuovo whitepaper pubblicato a metà aprile.
- Non una sola valuta, ma tante valute stabili. Nel whitepaper originale era prevista solo la valuta “Libra”. Nell’’aggiornamento viene introdotta la presenza di altre valute che replicheranno il valore di alcune delle valute fiat più importanti. Il valore di Libra sarà sempre stabile ma sarà adesso dato dal valore composito delle altre stablecoin (es. 0.2valore €+0.2 valore $+0.2 valore £ ecc.)
- Adatta al cambio valuta. La valuta Libra sarà utilizzata per facilitare lo scambio di valute soprattutto per quelle minori che non saranno direttamente supportate.
- Sinergica con le CBDC. Nel caso venissero sviluppate delle CBDC esse andranno a sostituire le valute presenti sulla piattaforma. Questo punto risulta essere una mano tesa al regolatore per supportare le iniziative intraprese dalle diverse banche centrali.
- Non più permissionless. Nella versione precedente si parlava di un futuro passaggio a permissionless. A causa delle preoccupazioni dei regolatori questo non sarà più possibile. La Libra Association si pone come obiettivo in ogni caso di fare in modo che la piattaforma sia più aperta possibile rispettando i requisiti imposti dalla legge.
- Liquida. Vengono introdotte delle misure per proteggere il sistema da “Bank run“ nel caso ci fosse un’immediata grande richiesta di liquidare le valute digitali e riconvertirle in valute fiat.
- Autorizzata. La Libra Association dovrà autorizzare tutti gli operatori che intendono offrire servizi su Libra. Questo vuol dire che ogni soggetto, chi emette valuta sulla rete, chi fa da exchange e i wallet, dovrà essere autorizzato dalla Libra Association e rispettare dei requisiti particolari.
- Inclusiva. Sarà possibile anche creare degli “Unhosted Wallet” che saranno soggetti a dei requisiti meno stringenti. Questa possibilità viene data per aumentare l’inclusione finanziaria. Tuttavia, questi wallet saranno soggetti a dei limiti nelle transazioni e nella quantità massima di denaro che possono gestire.
- Controllata. Inizialmente la rete supporterà soltanto smart contract approvati dalla Libra Association. In futuro la Libra Association esplorerà delle modalità per permettere anche la pubblicazione di smart contract di terze parti (sempre dopo controlli appropriati).
Infine, per venire incontro alle preoccupazioni di molti regolatori che temono che Libra possa essere uno strumento che favorisce il riciclaggio e il finanziamento del terrorismo, viene esplicitato che sarà limitata la possibilità di effettuare transazioni verso aree geografiche soggette a sanzioni.
In attesa dei prossimi passi
Il whitepaper 2.0 trasforma quindi Libra in un progetto più vicino alle esigenze delle banche centrali e decisamente improntato al rispetto delle regole, diversamente da quanto poteva sembrare in una fase iniziale. Tuttavia permangono ancora molti dubbi che potranno essere chiariti con le fasi di sviluppo attese nei prossimi mesi
Questo passo verso il regolatore riuscirà a garantire a Libra un esito migliore del progetto rispetto a quello di Telegram? Quanto potrà davvero essere realizzabile? Potrebbe diventare una versione digitale del dollaro? Tutte domande che rimangono aperte.
Valeria Portale e Giacomo Vella - Osservatorio Blockchain & Web3
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- Autore
Direttore dell'Osservatorio Innovative Payments e dell'Osservatorio Blockchain & Web3 del Politecnico di Milano
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