Il video online può trainare l’economia europea?

22 maggio 2017 / Di Andrea Lamperti / 0 Comments

Il Parlamento europeo sta discutendo le nuove regole per i servizi Media, in particolare quelle relative a Tv e Internet. Per il settore televisivo, la proposta è quella di inserire un tetto del 20% giornaliero alla tempo dedicato alla pubblicità in Tv (oggi in Italia il limite è orario). Per quanto concerne invece i servizi on demand su Internet, l'idea è che vengano proposti contenuti di origine europea pari almeno al 30% del proprio catalogo.

Due nuove variabili abbastanza importanti, dunque. È soprattutto la seconda modifica, quella relativa ai contenuti video online, a tenere banco. E lo è perché potrebbe rivoluzionare un'industria in grande fermento, dove player come Netflix e Amazon - oltre ai diversi broadcaster televisivi che hanno sviluppato una propria offerta su Internet -  potrebbero essere costretti a muoversi in prima linea nei diversi Paesi europei. Se è vero, infatti, che per i broadcaster locali potrebbe essere più semplice presentare offerte in linea con la nuova normativa, è altrettanto ipotizzabile che i grandi player internazionali dovranno necessariamente spostare i loro investimenti nel Vecchio Continente per essere a norma. 

I numeri attuali, secondo alcune stime prodotte dalla Commissione europea al momento della proposta, dicono che le emittenti televisive europee investono circa il 20% dei loro ricavi in contenuti originali, a differenza dell’1% delle piattaforme online. Cifre che definiscono per bene qual è la reale volontà del Parlamento europeo. Proponendo l’aumento della quota minima di opere europee per i fornitori di servizi on demand, infatti, Bruxelles non  vuole solo uniformare maggiormente il mercato delle opere europee prodotte e contenute nei cataloghi di questi fornitori, ma vuole anche creare un “mercato unico digitale”, nel quale anche le piattaforme online possano diventare una forza trainante per l’economia europea (non solo digitale).

 

  • Autore

Direttore dell’Osservatorio Internet Media - Ricercatore presso gli Osservatori Digital Innovation dal 2011.