Dall’Equipment Finance un supporto all’innovazione di filiera?

03 ottobre 2019 / Di Agostino Bonzani / 0 Comments

Il rapporto tra innovazione e Supply Chain Finance rappresenta una delle frontiere ancora inesplorate del settore.

Uno dei principali limiti storicamente imputato alle soluzioni di Supply Chain Finance è la loro incompatibilità con i finanziamenti di lungo periodo, che rappresentano il principale canale per perseguire investimenti in innovazione. Questo aspetto è emerso come particolarmente critico in quelle filiere dove l’azienda capofila ha a disposizione delle linee per acquisire dei macchinari innovativi, ma la stessa cosa non succede per i fornitori.

 

McPond e innnovazione di filiera: oltre i limiti tradizionali

Per affrontare queste criticità, i principali approcci utilizzati da parte dei fornitori sono stati quelli di cercare soluzioni di Equipment Finance basate su contratti di leasing oppure partecipare a bandi per ottenere finanziamenti o sgravi fiscali. Ma ciò che è emerso è che tali soluzioni risultano inefficienti anche a causa dell’assenza di una vera prospettiva di filiera, dato che vengono portate avanti in maniera indipendente dai fornitori.

Come andare oltre questa situazione? Uno spunto è arrivato da una startup americana chiamata McPond, che ha recentemente lanciato una piattaforma tecnologica che permette alle imprese con capacità produttiva in eccesso di “affittarla” a chi invece si trovi in un momento di necessità. Il legame con l’innovazione è molto forte, dato che McPond è stata lanciata da MHUB, un consorzio americano che raggruppa dei produttori di attrezzature industriali tra cui stampanti 3D e attrezzature di precisione.

In che modo una piattaforma simile può formare un ponte importante tra quelli che sono i limiti dell’Equipment Finance e la necessità di perseguire l’innovazione di filiera?

 

Pro e contro della piattaforma McPond

La possibilità di accedere in maniera flessibile a macchinari altamente innovativi può essere fondamentale per quelle imprese a cui viene richiesto in tempi brevi di perseguire dell’innovazione di prodotto, ma che non hanno la possibilità né di sostenere degli investimenti simili in conto capitale, né di accedere a soluzioni di Equipment Finance, o qualora ne abbiano la possibilità necessitino di tempistiche tecniche per attivare i finanziamenti.

In aggiunta a ciò, la piattaforma permette di conferire alle imprese una certa flessibilità in termini di capacità produttiva, con conseguenti vantaggi in termini di assorbimento di picchi di domanda.

Di contro, secondo noi ci sono una serie di aspetti che questa soluzione dovrebbe considerare:

  • in primis il fatto che imprese che hanno a disposizione macchinari particolarmente innovativi non vogliano condividerli con attori esterni temendo il rischio di spillover di informazioni riguardo i propri prodotti o la propria linea;
  • in secondo luogo, il dovere impegnare della capacità produttiva a terzi vincola l’impresa a un’attenta analisi dei relativi costi che ne potrebbero conseguire (costi di setup, costi di manutenzione, etc), che non sempre potrebbero essere inferiori ai relativi benefici (la fee ricevuta per l’affitto del macchinario).

 

Verso un Supply Chain Finance 4.0?

Appare dunque evidente come una soluzione di questo tipo debba andare ad affrontare prima di tutto delle barriere culturali, relative soprattutto alla mancanza di fiducia tra gli attori coinvolti e alla reticenza ad aprirsi a modelli di business che prediligano l’accesso al servizio rispetto al possesso del macchinario - principio cardine dell’economia circolare - ma anche relative alla convenienza economica della soluzione.

Riflettendo sulla potenzialità di una piattaforma simile applicata al contesto italiano, la nostra impressione è che le maggiori sinergie potrebbero essere raggiunte all’interno dei distretti industriali a maggiore carattere innovativo e con solide collaborazioni già in essere, come quello della Meccatronica (tra cui spicca il caso di Bonfiglioli), e quello dell’Aerospaziale, guidato da Leonardo, la cui necessità di perseguire innovazione di filiera è all’ordine del giorno, e che già vedono in essere soluzioni di Supply Chain Finance tradizionali volte al supporto dell’operatività della catena di fornitura.

Una piattaforma simile potrebbe essere il pezzo mancante per arrivare a un Supply Chain Finance 4.0, dove l’innovazione di filiera è supportata da una serie di strumenti che non puntano solo all’operatività di breve ma che guardano al lungo periodo.

  • Autore

Ricercatore dell’Osservatorio Supply Chain Finance