Il commercio ai tempi del Covid-19: fisico e digitale mai così dipendenti

09 aprile 2020 / Di Valentina Pontiggia / 0 Comments

Il commercio è uno dei mondi più impattati dall’emergenza Coronavirus. Come stanno reagendo i principali attori?

Discorsi separati vanno fatti in funzione in funzione della presenza o meno sul canale online.

 

Negozi fisici e di quartiere alla prova Coronavirus

Per quanto riguarda i negozi fisici, sono numerosi gli attori, focalizzati sui beni alimentari e di prima necessità, che si sono avvicinati per la prima volta all’eCommerce. La soluzione attuabile in tempi brevi sembra quella di affidarsi a soggetti terzi già presenti online. Sono diversi i ristoranti che hanno messo online la propria offerta di piatti pronti attraverso piattaforme di food delivery e tanti i supermercati che hanno attivato l’eCommerce mediante alleanze con piattaforme che già da tempo abilitano (dal punto di vista tecnologico e operativo) la spesa online di alcune insegne della grande di distribuzione.

Ancora più numerosi i negozi di quartiere che hanno iniziato a lavorare con strumenti digitali meno evoluti dell’eCommerce, ma ugualmente interessanti. Penso ad esempio ai tanti punti vendita di vicinato (negozi di alimentari, farmacie, …) che hanno attivato la presa dell’ordine via whatsapp o per telefono.

 

Commercio elettronico e Coronavirus: una questione di "operations"

Gli attori presenti online, in principio, sono sembrati i veri vincitori (se di vincitori si può parlare) di questa guerra. Mai come all’inizio dell’epidemia, una fetta importante di consumatori si è affidata per la prima volta al canale online. In alcuni casi i numeri ci parlano di un aumento di web shopper che ha superato il +100%.

In questa emergenza è venuto però alla luce un fatto tanto semplice quanto importante: l’eCommerce, ad eccezione della presa dell’ordine, è a tutti gli effetti un processo fisico. Nelle iniziative online di prodotti alimentari, le operations hanno dettato con violenza i ritmi e hanno imposto i limiti. Fare eCommerce richiede impegno e una macchina operativa perfettamente funzionante ed efficiente: processi ottimizzati di picking e di trasporto, soprattutto quando parliamo di spesa da “supermercato” (che per onor di cronaca è costituita mediamente da 50 pezzi, di basso valore unitario e che richiedono trattamenti speciali come il trasporto a temperatura controllata).

 

Commercio fisico e digitale sempre meno distanti

Le dipendenze tra mondo fisico e digitale sono venute a galla anche con altre sfumature: tutti quei retailer multicanale di abbigliamento, beauty, informatica ed elettronica, costretti alla chiusura dei propri negozi, hanno visto nell’online una preziosa possibilità per mantenere la relazione e per creare valore (e non vendite) con i propri consumatori.

A supporto poi della vendita, finalmente, abbiamo visto come i confini tra mondo fisico e digitale possano effettivamente sfumare. A questo proposito sono da citare le decisioni di riorganizzare temporaneamente personale e strutture: da un lato abbiamo dei player che hanno spostato il personale di negozio in attività di preparazione degli ordini online e altri che hanno chiuso negozi al pubblico per convertirli in punti per il solo allestimento e ritiro degli ordini online.

Quando questa emergenza passerà, saremo ancora così sicuri che tra fisico e digitale ci sia tutta questa distanza?

 

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  • Autore

Direttore degli Osservatori eCommerce B2c e Innovazione Digitale nel Retail